Larchivio della famiglia Calderoni (registri 16, fascicoli 6, con documentazione dal 1646 al 1801) appare tutto sommato strutturato secondo le linee più consuete per un antico archivio gentilizio, quantomeno per la presenza di una serie di carte di amministrazione, di contabilità e di contezioso patrimoniale. Larchivio presenta un ordinamento per serie di documentazione uniforme ad accrescimento cronologico. Non si hanno particolari notizie dirette sulle vicende della documentazione prodotta dalla famiglia Calderoni, a parte lovvia considerazione che durante la loro plurisecolare storia dovette essere prodotta e conservata presso i palazzi di residenza e di proprietà per lo più in Faenza, per poi divenire un archivio aggregato dellArchivio Zauli Naldi in tempi e in modi ancora da definire. Il successivo passo epocale si ebbe quindi nel 1965 quando, a seguito del munifico lascito testamentario del conte Luigi Zauli Naldi (1894-1965), personalità di raffinata cultura che si segnalò - fra laltro - per essere stato assieme a Gaetano Ballardini uno dei fondatori dellattuale Museo Internazionale delle Ceramiche, il complesso degli archivi (Naldi, Zauli Naldi e altri aggregati) e delle biblioteche appartenuti alla famiglia Zauli Naldi è pervenuto al Comune di Faenza ed è passato a essere conservato presso la Biblioteca comunale Manfrediana. Anche questo archivio, come tutti quelli oggetto del lascito del 1965, è stato descritto nellinventario sommario Inventario Archivio Famiglia Zauli Naldi (1141-sec. XX) realizzato nel 2007 a cura di Allegra Paci. Infine negli anni 2021-2022 pure lArchivio Calderoni è stato interessato da un intervento di riordino e di inventariazione analitica, che ha portato al recupero della distinta identità e autonomia dei complessi archivistici afferenti i diversi enti produttori, alla ricostituzione dellordinamento originario delle serie documentarie e alla loro descrizione nel rispetto degli standards internazionali di descrizione archivistica ISAD (G) e ISAAR (CPF).