Il fondo fotografico Tosi-Briolini si compone di 262 positivi in bianco e nero su carta di varia misura, custoditi in album storici o conservati sciolti in contenitori moderni. Le fotografie testimoniano momenti e luoghi significativi dellAzienda Torre San Mauro, di proprietà della famiglia Torlonia, al tempo dellamministrazione di Leopoldo Tosi (1885-1917). Oltre a colture, animali e attrezzi, i positivi ritraggono tutti gli abitanti della Tenuta, dai nipoti di Tosi ai mezzadri. La documentazione fotografica possiede un valore documentario considerevole dal punto di vista della ricerca storica locale in campo agricolo, sociale e culturale. A queste immagini sammauresi, si aggiungono i prestigiosi ritratti del proprietario dellAzienda, Alessandro Torlonia, e di alcuni componenti della sua famiglia. L'autore degli scatti è ignoto, ma i soggetti sembrano svelare l'identità dell'autore delle fotografie: si suppone infatti, ipotesi sostenuta anche dalla corrispondenza di Giovanni Pascoli con Tosi e da numerose testimonianze orali, che dietro l'apparecchio fotografico ci fosse Emma Tosi, figlia di Leopoldo, appassionata di fotografia e incoraggiata dall'amico fotografo Vincenzo Contessi di Rimini. Emma, su consiglio del padre, fotografa abitanti e ambienti della Tenuta Torre, ma non manca di catturare anche momenti di vita familiare. Lattribuzione non è sostenuta da alcuna fonte archivistica, ma si trovano riferimenti in C. Mazzotta (a cura di), Giovanni Pascoli-Leopoldo Tosi, Lettere 1895-1912, Bologna, Clueb, 1989, p.53: Lhobby della fotografia era praticato con passione e risultati di rilievo in casa Tosi, soprattutto da Emma, che fissò momenti, luoghi e personaggi della Torre in numerose fotografie e più di una testimonianza orale riporta la presenza di un laboratorio artigianale per lo sviluppo dei positivi in una stanza della casa dellaffittuario, dove dimorava la famiglia Tosi-Briolini. Resta dubbia la funzione delle immagini: non è chiaro infatti se si tratti di fotografie dimpresa o di famiglia e se l'intento era ritrarre le attività della Tenuta a scopo promozionale oppure offrire uno spaccato di vita privata. Il fondo fotografico è di proprietà del comune di San Mauro Pascoli e conservato presso il Museo Casa Pascoli. Gli oggetti fotografici sono entrati a far parte della collezione del Museo Casa Pascoli mediante sia donazioni da parte degli eredi che acquisti sul mercato antiquario, avvenuti in sei fasi diverse tra il 1992 e il 2017. L'intervento condotto nel 2022 da Chiara Aldini, promosso dal Comune di San Mauro Pascoli, ha portato allordinamento, descrizione e digitalizzazione della documentazione, che allavio dei lavori si presentava organizzata in sei nuclei corrispondenti alle diverse fasi di acquisizione e alla natura del materiale, priva di strumenti descrittivi e fino ad allora non fatta oggetto di studi o approfondimenti tecnico-scientifici ad eccezione della pubblicazione di alcune immagini a corredo narrativo di contributi inerenti la storia locale. Nel contempo è stato condotto un puntuale monitoraggio dello stato di conservazione e al termine delle operazioni di ordinamento si è proceduto al condizionamento e alla messa in sicurezza dei materiali. A seguito del riordino, il fondo risulta così articolato: -La famiglia Torlonia-Borghese [1870 - 1900] -I luoghi della Tenuta [1883 - 1885] -Le eccellenze dell'Azienda Torlonia [1890 - 1917] -La vita alla Torre [1890 - 1917] -La famiglia Tosi-Briolini 1890 - 1917 -Visita alla Tenuta settembre 1908 - settembre 1908. Copie dei fototipi proprietà del Museo Casa Pascoli si trovano anche al di fuori dell'archivio. Nel portale Giovanni Pascoli nello specchio delle sue carte. L'archivio e la casa di Giovanni e Maria Pascoli a Castelvecchio, risultato di un intervento di digitalizzazione di tutte le carte dell'archivio condotto nel 2014, si trovano alcuni esemplari di fotografie presenti anche nel fondo fotografico sammaurese, la cui presenza è esito forse delle ripetute richieste del Pascoli a Tosi di immagini raffiguranti i luoghi di San Mauro. Inoltre, non si esclude l'esistenza di numerosi esemplari riconducibili alla famiglia Tosi-Briolini presso gli archivi privati degli eredi.