Il fondo documenta l'opera di Pedretti attraverso numerose copie e bozze, per lo più dattiloscritte, di poesie in italiano e dialetto, delle opere prosa con i racconti brevi e le favole, e di brevi testi teatrali. Molto di questo materiale si presenta disordinato e frammentario. Due buste contengono, anche in questo caso in uno stato di grande frammentazione, appunti e bozze relativi all'attività accademica e agli studi di linguistica italiana e inglese. La corrispondenza è presente dalla metà degli anni '60 ma si incentra soprattutto sugli ultimi anni di attività intorno al 1980-1981 quando si prepara la pubblicazione della raccolta "La chèşa de témp" che avverrà postuma. Anche la rassegna stampa, fatta eccezione per il fascicolo dedicato alle recensioni della prima pubblicazione "Al vousi", deve essere frutto soprattutto dell'attività della vedova e documenta con alcuni articoli il riconoscimento postumo dell'opera di Pedretti come poeta dialettale. Il fondo è stato donato dalla vedova di Pedretti, Lina Conte, al Comune di Santarcangelo di Romagna ed è stato formalmente accettato con deliberazione della Giunta comunale n. 6 del 17 gennaio 2007. L'acquisizione si inserisce nel progetto di costruzione del "Centro di documentazione sulla poesia romagnola" incentrato soprattutto sulla produzione santarcangiolese. Non sono disponibili notizie sulla precedente collocazione delle carte. Nel 2022 il fondo è stato interessato da un intervento di riordino e di inventariazione nel rispetto degli standards internazionali di descrizione archivistica ISAD (G) e ISAAR (CPF). .