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informazioni sul contesto di produzione
La pratica moderna della tenuta dei registri delle nascite, dei matrimoni e delle morti da parte del potere civile fu infatti introdotta nel Regno d'Italia napoleonico con il decreto del Viceré Eugenio Beauharnais del 27 marzo 1806 ("Regolamento per l'attivazione in tutto lo Stato dei registri delle nascite, de' matrimoni e delle morti"), a esplicita imitazione di quanto previsto dal "Codice Napoleone" per l'Impero dei Francesi. L'immediata applicazione di queste norme portò quindi alla regolare tenuta di questi registri anche da parte delle Municipalità del Dipartimento del Crostolo e del Cantone di Correggio, tra cui Novellara, San Bernardino e San Tommaso (fino alla cessazione di queste ultime due per la loro unione a Novellara, rispettivamente nel 1806 e nel 1814).
La prassi della tenuta dello Stato civile fu formalmente abolita all'atto della restaurazione della casa austro-estense nei suoi territorio modenesi e reggiani, con il decreto del duca Francesco IV del 28 agosto 1814; ciò non di meno vi furono amministrazioni che continuarono la raccolta dei dati anagrafici - mediante la collaborazione dei parroci -, come anche nel caso di Novellara, in cui le registrazioni si protraggono fino agli anni Trenta-Quaranta seguenti.
Con un successivo decreto del duca Francesco V dell'8 gennaio 1852 fu ripristinato a tutti gli effetti nei suoi stati il servizio dello Stato civile, che come "Stato civile austro-estense" continuò la sua attività anche dopo l'unificazione del Regno d'Italia fino a cessare al 31 dicembre 1865, per essere surrogato in assoluta continuità pratica dallo stato civile unitario, istituito con il Regio Decreto n. 2602 del 15 novembre 1865 ("Ordinamento dello stato civile in tutto il Regno d'Italia").


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