La documentazione è costituita da registri e mazzi nei quali sono annotate le dosi di vaccino, con i successivi richiami, contro il vaiolo, la difterite e il tifo somministrate ai bambini residenti nel comune. Per ogni bambino vengono indicati: nome, cognome, paternità, età, esito della vaccinazione ed eventuali annotazioni. E' conservato anche un fascicolo databile tra la fine del 1940 e la metà degli anni Sessanta contenente corrispondenza relativa per lo più all'approvvigionamento di dosi di vaccino e alla trasmissione di elenchi di vaccinati, un bando per rendere nota alla cittadinanza la campagna di vaccini obbligatori e diversi moduli per la somministrazione dei vaccini.
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informazioni sul contesto di produzione La tenuta dei registri delle vaccinazioni è resa obbligatoria dall'articolo 91 della legge comunale del 1934, anche se tali registri erano già menzionati nel regolamento emanato con provvedimento legislativo n. 329 del 29 marzo 1892 "Regolamento speciale sulla conservazione del vaccino e sulla vaccinazione obbligatoria", che imponeva ai medici di segnalare agli uffici sanitari comunali tutte le vaccinazioni eseguite sia privatamente che nell'esercizio pubblico della professione. Il principio dell'obbligatorietà delle vaccinazioni è ribadito dall'articolo 36 del testo unico sull'assistenza sanitaria del 1907 (promulgato con Regio Decreto 1° agosto 1907, n. 636) e dal Regio Decreto 30 dicembre 1923 n.2829 sulla riforma degli ordinamenti sanitari.