In questa sezione sono state riunite le serie pertinenti al periodo di Antico regime (1504-1797).
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Si tratta della documentazione prodotta dagli organi del Comune di Imola dall'inizio del governo pontificio, sancito dalla Bolla d'oro di Papa Giulio II del 4 novembre 1504, fino all'ingresso in città delle truppe francesi nel febbraio del 1797. La documentazione di questo periodo è costituita dalla produzione normativa e statutaria del Comune, capitoli e regolamenti inerente il sistema dei dazi e delle corporazioni professionali, bolle, brevi e chirografi pontifici, editti e notificazioni emanati dal governo superiore e dalle magistrature imolesi, verbali delle sedute del Consiglio, atti del Magistrato e delle Congregazioni comunali, istrumenti, cause e affari pubblici, lettere e memoriali e documentazione contabile.
criteri di ordinamento Gran parte della documentazione è giunta fino a noi mantenendo l'ordinamento settecentesco. In alcuni casi è stato però necessario ricondurre alcuni pezzi alle rispettive serie di origine o ricostruire intere serie smembrate. Sono stati inoltre descritti pezzi attualmente collocati nelle collezioni della Biblioteca comunale ma afferenti all'Archivio storico e scollocati nei primi decenni del Novecento. Per alcune serie è stato fatto un riordino virtuale, senza modificare l'attuale collocazione dei pezzi. Gli interventi hanno avuto come riferimento gli inventari settecenteschi. Si è data notizia dei singoli interventi nelle schede specifiche. L'intervento più incisivo riguarda il nucleo descritto da Romeo Galli (Inventario 1933) nelle cosiddette "Miscellanee" , suddivise in 17 ripartizioni e contraddistinte dalle lettere dalla "a" alla "r". Fra le Miscellanee descritte da Galli troviamo, alla lettera a, Processi, sentenze e condanne criminali, 1369-1373, mazzi uno che, in quanto appartenenti al periodo medioevale, sono stati descritti nellinventario redatto da Tiziana Lazzari; alla lettera b troviamo Comparse e atti civili fatti davanti al Governatore, 1654-1660, mazzi tre che sono attualmente conservati presso la Sezione di Archivio di Stato di Imola; alla lettera d sono menzionate alcune Vacchette di riscossioni, spese e pagamenti fatti dal sindaco del Comune, 1524-1717, mazzi due, che attualmente sono descritti nel nucleo di Contabilità diverse. Le Miscellanee "c", quelle dalla "e" alla "k", la "m" e la "n" e la "r" sono state rinominate ma non hanno subito riordino, mentre i due pezzi facenti parte della Miscellanea "l" sono confluiti in Cause e affari pubblici, tomo 36, n. 10. Le Miscellanee "n-q" sono state oggetto di riordino e di questo si è dato conto nelle singole descrizioni. Sono stati inoltre inseriti alcuni pezzi provenienti dalle buste indicate come Documenti variI e II e Documenti amministrativi I e II, evidentemente afferenti a questa sezione. La provenienza dei pezzi oggetto di riordino è sempre stata indicata nella "segnatura precedente".
informazioni sul contesto di produzione La Legazione di Romagna si estendeva da Imola lungo la via Emilia sino a comprendere gli attuali territori delle province di Forlì e di Ravenna, con esclusione, per la prima, delle vallate del Montone (da Terra del sole in giù), del Bidente (da Santa Sofia in giù) e del Savio (da Sorbano in giù) appartenenti allo stato toscano - la cosiddetta Romagna toscana - e, per la seconda, dei circondari di Bagnacavallo, Lugo e Massa Lombarda - la cosiddetta Romagna estense - facenti parte dello stato estense e quindi, dopo il 1598, della Legazione di Ferrara. Il Legato era il rappresentante dellautorità pontificia nella Legazione. La sua carica era di durata triennale, anche se da ciò la pratica si discostava frequentemente. Al Legato erano sottoposti i Governatori delle diverse comunità della provincia, quindi anche il Governatore della comunità imolese. Egli esercitava al grado supremo lautorità giudiziaria, civile e criminale, oltre all'autorità spirituale. Il Legato doveva assicurare la giustizia controllando loperato degli ufficiali pontifici e rappresentando lultima sede, nella provincia, per le cause di giustizia. Egli doveva occuparsi dellannona, assicurare il vettovagliamento della Provincia in caso di carestie, occuparsi dellamministrazione del carico fiscale, e soprattutto vigilare sugli equilibri politici della provincia esprimendo il volere dellautorità romana sulle specifiche questioni. Lautorità tributaria e fiscale, pur assegnata al Legato, veniva esercitata anche dal tesoriere provinciale, che dipendeva dalla Camera Apostolica ed era chiamato a percepire le entrate che la provincia doveva alla Camera e ad amministrare il denaro di cui la Camera disponeva la spesa. Il punto di raccordo di questa suprema autorità della Provincia con le comunità soggette era nelle figure dei Governatori locali. Con la Bolla d'oro, emanata il 4 novembre 1504 da papa Giulio II, vennero revocati tutti i poteri precedentemente concessi ai vicari apostolici, attuando un rinnovamento istituzionale della comunità, attraverso un importante rinnovamento degli antichi statuti. A Imola, come nelle altre città di Romagna, si stabilì una diretta dipendenza della comunità dalla Sede Apostolica, tramite l'istituzione di un Governatore nominato ogni anno direttamente da Roma e residente in città, con la funzione di supervisore politico amministrativo della comunità. Il Governatore, in genere un ecclesiastico, rappresentava lamministrazione centrale dello Stato pontificio nella comunità imolese. Egli costituiva il punto di raccordo tra il governo della Legazione e la comunità imolese, e per questo riceveva dal Legato i propri poteri, che erano, nominalmente, tutti quelli della rappresentanza del Legato stesso nel territorio imolese. Egli partecipava alle riunioni del consiglio generale della comunità di Imola, e in questa sede esercitava i suoi poteri, formalmente assai vasti (funzioni di rappresentanza degli indirizzi politici del governo centrale, di controllo della legittimità statutaria e di controllo delle finanze della comunità). Il Governatore, che secondo la prassi proveniva dallesterno della comunità ed aveva un mandato annuale, aveva anche il compito di raccogliere il giuramento delle magistrature locali. Proveniente dallesterno, operava tuttavia per mezzo di collaboratori imolesi, nominati dal consiglio generale della comunità. Il Governatore, chiamato a mantenere il buon governo e lordine costituito, aveva, oltre ai compiti di supervisione della vita istituzionale e politica, compiti di amministrazione della giustizia e dellordine pubblico. In questa veste, egli aveva alle proprie dipendenze cinque sbirri a cavallo e quattro a piedi. Il Governatore aveva competenza per le cause criminali, sui reati minori, mentre i più gravi erano trattati dal Legato. Per le cause civili il Governatore era competente in prima istanza. Con l'inizio del nuovo governo Governatore e consiglio ricevettero l'incarico di redigere nuovi statuti. Le nuove disposizioni vennero approvate dal pontefice il 1° marzo 1507. Le edizioni degli statuti a stampa (1587-1751) permettono di riscontrare come non siano mai intervenute modifiche istituzionali nel governo della comunità prima della Rivoluzione Francese.
Bibliografia: - Claudio Rotelli, Leconomia della comunità imolese nel primo Settecento, tesi di laurea, Bologna 1962; - Andrea Gardi, Il cardinale legato come rettore provinciale. Enrico Caetani a Bologna (1586-1587), «Società e storia», 27 (1985); - Marcello Pedrotti, Il potere cittadino a Imola dal XVI al XVIII secolo, Imola 1995; - Chiara Albonetti, Finanza pontificia e crisi economica: La comunita di Imola tra cinque e seicento, Imola 1996; - Carla Casazza, Governo ed amministrazione ad Imola nella prima età moderna: analisi dei Campioni della comunita (1545-1555), Imola 2000.
storia archivistica Le principali serie di Antico regime appaiono già costituite nellinventario redatto nel 1695 dal segretario Antonio Maria Faella: Inventario delli libri che si trovano nella Segreteria magistrale di Imola. Inventario di tutti li campioni, protocolli, libri di lettere, scritture brevi et altro che si trovano nella segreteria dellillustrissima comunità di Imola. La segreteria era ubicata nella stanza all'ultimo piano [del palazzo comunale] che sta in faccia alla porta del Piolo [oggi port'Appia] (1). Nellinventario si legge: "-nel terzo casaio di detta secretaria vi sono 46 libri legati, tutti di letere dei signori padroni et altri -nel suddetto casaio altri 44 libri legati di diverse lettere degli agenti di Roma, di procuratori di Roma, di Ravenna e di varie comunità e particulari - 4 libri legati in cartone con memoriali e rescritti diversi e segnati padroni - in una cassa dipinta di verde senza scrittura vi sono varie lettre sciolte di agenti et altri affari della comunità con 5 filze sopra di varie lettere - intorno alla muraglia a mandestra della secretaria vi sono 75 filze di lettere antiche diverse con larma della comunità in faccia, etc". Il 3 settembre 1727 Antonio Maria Faella muore, il consiglio ordina la redazione di un nuovo inventario, dove si legge: Seguita la morte del fu signor Antonio Maria Faella, segretario di questa illustrissima comunità nel 3 settembre 1727, fu dal generale consiglio di S. Tomaso, 20 decembre, ordinato si faccia un nuovo inventario di tutte le scritture dogni altra cosa esistente nella medesima segreteria, confrontando in tal occasione laltro fatto di suo carattere dal precedente segretario Faella e sottoscritto dai signori conte Ciro Taroni e Girolamo Papotti, nel 1695, potendosi prudentemente tenere (2). Nel 1740 viene effettuato un controllo della documentazione presente in archivio e una revisione dellinventario del 1728. Viene redatto un nuovo inventario che viene allegato al precedente: Inventario della segretaria formato 1728 da 5 gennaio. E altro inventario qui unito fatto dellanno 1740 per la consegna della segretaria fatta a me Vincenzo Cattani primo segretario e al reverendo signor Giovanni Vanedola pro-segretario (3). Vincenzo Cattani da Toranello è segretario comunale dal 1739 al 1778 e durante il suo servizio realizza alcuni importanti strumenti di corredo, quali la "Nota delle bolle, brevi, chirografi apostolici ( )" e il "Sommario delle conferme de' privilegi" e compila strumendi di lavoro e copie di documenti utili alla sua attività di segretario. A lui si devono anche i due inventari della documentazione conservata nella segreteria magistrale datati 1740 e 1769. E' sua la mano sulle camicie di gran parte della documentazione di Antico regime. Il clima culturale dei primi decenni del Settecento, caratterizzato da un rinnovato interesse per la documentazione, non più intesa unicamente come strumento per attestare diritti ma anche come fonte storica, giustifica in larga misura linsieme di queste attività di riordino e di ampliamento degli archivi pubblici imolesi. E necessario peraltro affiancare a tali motivazioni di ordine culturale anche esigenze più concrete: nel corso dei secoli XVI e XVII non vi erano stati interventi edilizi di rilievo nel palazzo pubblico, nonostante se ne avvertisse chiaramente lesigenza. Agli inizi del Settecento molti spazi interni al palazzo erano ormai inagibili e la stabilità complessiva delledificio appariva compromessa: in previsione di interventi di ristrutturazione complessiva delledificio, attuati poi nella seconda metà del secolo, doveva apparire sempre più improcrastinabile un riordino dei materiali dellarchivio pubblico (4). Nella seduta del Consiglio del 15 aprile 1769 (5) si legge: Illustrissimus dominus vexilliferus proposuit: essere dovere che il conseglio il quale assegnò per la segretaria il sito ondera il pubblico archivio [si intende l'archivio notarile] resti inteso che questa già vi trovasi dalli signori segretari ridotta in ordine incomparabilmente migliore di quello che prima trovavasi a causa dellangustia del sito. Lillustrissimo generale consiglio diede facoltà allillustrissimo magistrato ed alli signori conte Giambattista Della Volpe e Bartolomeo Rota deputati sopra la segretaria di riconoscere congruamente li signori segretari li quali anno operato nel dar ordine migliore alli pubblici docomenti in occasione del trasporto della segreteria dal sito ove era a quello nel quale di presente ritrovasi Il segretario annota: Lantico sito era in una stanza allultimo piano del palazzo, la quale guarda verso la piccola piazza detta la piazzetta dei signori [oggi piazza Caduti per la Libertà]. Viene redatto un nuovo inventario, a cura dei segretari e archivisti Cattani e Valeriani: Inventario della segretaria magistrale fatto in occasione del trasporto della medesima dellanno 1769 dallantico sito overa al piano superiore del palazzo a quello ove di presente ritrovasi per risoluzione dellillustrissimo generale consiglio sotto la direzione deglillustrissimi signori conte Giambattista della Volpe, Bartolomeo Rotta, deputati dal prefato illustrissimo generale consiglio. Questo è lunico strumento in cui troviamo una descrizione pressoché completa della documentazione presente in archivio (6). Nel 1782 viene trasferito un nucleo di documenti dallarchivio notarile alla segreteria magistrale, in seguito alle indicazione del commissario degli archivi della Provincia di Romagna: i documenti in questione sono indicati nelle Memorie appartenenti alla segreteria magistrale di questa illustrissima comunità dImola rivedute dal nobil uomo sig. Vincenzo Cattani di Toranello (7). A partire dal 1788 viene effettuato, dai segretari Giuseppe Pasetti e Giuseppe Montanari, lultimo riordino settecentesco; vengono consolidate le principali serie e vengono redatti, o predisposti, i principali strumenti di corredo ad esse (indici e sommari). L'intervento viene intrapreso in un primo momento da Pasetti e Montanari, sulla base della perizia di Francesco Antonio Traversari (8), segretario di Ravenna, redatta su richiesta del gonfaloniere e dei conservatori della città di Imola, e come descritto dalla relazione del 29 luglio 1816 firmata dal Pasetti (9). Questi testimonia il procedere del riordino: inizialmente viene affiancato dal Montanari (fino al novembre del 1796), poi da Giuseppe Castrucci (per pochi mesi, fino all'arrivo dei Francesi), poi continua da solo. Pasetti afferma di aver seguito la perizia di Traversari ma di aver apportato alcune modifiche al progetto iniziale (non specificando quali), illustra il lavoro effettuato (purtroppo senza entrare nei dettagli) e indica il compenso ricevuto. I motivi per cui vengono scelti i segretari comunali per il riordino dellarchivio sono i seguenti: "i segretari potranno venire, durante lesame dei documenti antichi, a conoscenza degli affari pubblici del passato; lavoreranno con più passione e scrupolo rispetto ad incaricati estranei; assicureranno la tutela della riservatezza degli atti; verrà garantita la quotidiana consultazione dellarchivio corrente, in gran disordine e quindi gestibile solo dai segretari stessi". Durante il riordino, nel 1792 si decide la ristrutturazione dei locali della segreteria, i falegnami Bagnara e Canè presentano le perizie per la riforma degli armadi che contengono la documentazione (10). Nel novembre del 1797 Giuseppe Pasetti si dimette dalla carica di segretario, per motivi di salute, ma non rinuncia allincarico di riordino. Due anni dopo dichiara di aver praticamente terminato il lavoro. A causa delle sue condizioni di salute deve pagare un amanuense per la ricopiatura dellindice dei campioni (11). Linventario redatto da Pasetti e altri strumenti di corredo da lui sicuramente realizzati sono andati perduti. Sicuramente sappiamo che sono opera sua l'"Elenco cronologico de consiglieri imolesi dall'anno 1504 all'anno 1797" in coda allultimo campione, lindice nei singoli campioni, lo "spoglio dei campioni", vale a dire analisi e selezione dei dati per la redazione dellindice alfabetico generale (portato poi a termine successivamente da Cesare Marchi qualche decennio più tardi) (12). Inoltre Pasetti costituisce la serie dei protocolli degli istrumenti e ne redige lindice, porta a compimento la serie "Cause e affari pubblici", probabilmente iniziata da Cattani. Sono opera sua le serie "Editti e notificazioni" e "Bandi della Legazione". Nel 1863 il Comune di Imola incarica Luigi Marchi, protocollista municipale, della ristaurazione dellArchivio comunale conservato presso il palazzo pubblico. La documentazione del periodo di antico regime, insieme a quella del periodo medievale, rientra nella classificazione Archivio antico (1084-1796) (13). Che cosa fa Marchi? Ricondiziona le pergamene in cassette di legno, compila lindice alfabetico dei campioni, sulla base dello spoglio fatto da Pasetti, etichetta tutti i volumi delle lettere. Nei primi anni del Novecento, Romeo Galli, direttore della Biblioteca comunale, compie un importante intervento di riordino sull'Archivio storico comunale (14). Galli si avvale dellaiuto di Guglielmo Cenni, addetto al riordinamento dellarchivio storico dal 1928. Galli e Cenni intervengono parzialmente sulla documentazione di Antico regime, in particolare su un nucleo di documentazione non riconducibile alle serie tradizionali e organizzata poi nelle cosiddette miscellanee. In alcuni casi agiscono sui fascicoli settecenteschi inserendo o scollocando documenti e creano commistioni con i fondi antichi della Biblioteca comunale. A partire dagli ultimi anni del Novecento sono stati intrapresi, in tempi diversi, interventi di riordino e descrizione di alcuni nuclei documentari o singole serie della documentazione di Antico regime, realizzati da archiviste incaricate direttamente dall'Amministrazione comunale oppure tramite interventi diretti dell'Istituto per i beni culturali della Regione Emilia-Romagna. Le archiviste coinvolte sono Lucia Borgiani, Emanuela Bottoni e Federica Cavina. I singoli interventi hanno prodotto strumenti di corredo specifici che sono poi confluiti, dopo revisione e aggiornamento, nella presente banca dati. Di ogni intervento si è dato inoltre conto nell'introduzione di ogni serie.
Note: (1) Bim, ASCI, Cause e affari pubblici, n. 59. (2) Bim, Idem. (3) idem. (4) Si vedano i progetti degli architetti Trifogli e Morelli in Bim, ASCI, Piante e disegni di fabbricati, Palazzo pubblico. (5) Bim, ASCI, Campioni, n. 62, c. 300. (6) Bim, ASCI, Cause e affari pubblici, n. 59. (7) Bim, ASCI, Cause e affari pubblici, n. 14. (8) Relazione aglillustrissimi signori gonfaloniere e conservatori della città dImola ed illustrissimi signori deputati alla sopraintendenza della riordinazione de documenti di quella pubblica segretaria (letta nella congregazione economica del 26 febbraio 1788) in Bim, ASCI, Congregazioni, Congregazioni economiche, inserto fra la c. 4v e 5r. (9) ASCI, Campioni, n. 67, fascicolo cucito fra le cc. 2-3. (10) Bim, ASCI, Congregazioni, Congregazioni economiche, c. 28. (11) Bim, ASCI, Carteggio amministrativo, 1799, b. 24, tit. XIII, rubr. 6. (12) Bim, ASCI, Campioni, n. 67; Bim, ASCI, Strumenti di corredo ai Campioni. (13) Cfr. due lettere di Luigi Marchi al sindaco di Imola in data 23 gennaio 1863 e 7 febbraio 1863 (Bim, ASCI, Carteggio amministrativo, 1864, b. 671, titolo 11, rubrica 6, posizione 8) e Inventario dellarchivio comunale di Imola dallanno 1084 a tutto il 1863, a cura di Luigi Marchi, [1864], pp. 52-53. (14) Cfr. Inventario dellarchivio storico del Comune di Imola (1084-1900), a cura di Romeo Galli, 1933.
strumenti di ricerca La documentazione è parzialmente descritta nei seguenti inventari: - "Inventarium bullarum, brevium, litterarum, librorum ac scripturarum existentium in Archivio magnificae communitatis Imolae ( )", [fine sec. XVI], in Bim, ASCI, Cause e affari pubblici, tomo 59, citato come "Inventario fine sec. XVI"; - "Inventario delli libri che si trovano nella Segreteria magistrale di Imola", 1695, in Bim, ASCI, Cause e affari pubblici, tomo 59, citato come "Inventario 1695"; - "Inventario della Segretaria formato 1728 da 5 gennaio et l'altro inventario qui unito fatto dell'anno 1740 per la consegna della Segretaria fatta a me Vincenzo Cattani eminentissimo Segretario e al reverendo Don Giovanni Vanedola Pro-Segretario", 1728 e 1740, in Bim, ASCI, Cause e affari pubblici, tomo 59, citati come "Inventario 1728" e "Inventario 1740"; - "Inventario della Segretaria magistrale", 1769, in Bim, ASCI, Cause e affari pubblici, tomo 59, citato come "Inventario 1769"; - Francesco Bonaini, Gli archivi delle provincie dell'Emilia e le loro condizioni al finire del 1860, Firenze, 1861, citato come "Bonaini 1861"; - "Inventario dell'Archivio comunale d'Imola dall'anno 1084 a tutto il 1863", a cura di Luigi Marchi, [1864], in Bim, ASCI, citato come "Inventario 1864"; - "Archivio Storico. Inventario (1084-1900)", a cura di Romeo Galli, 1933, in Bim, ASCI, citato come "Inventario 1933". A partire dalla fine degli anni 90 del Novecento sono stati elaborati strumenti di corredo alle singole serie di cui si è dato conto nelle schede specifiche.