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  Documentazione relativa al Magistrato 22 gennaio 1506 - 02 febbraio 1797
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raggruppamento
registri 40 di mazzi 9, volumi 8, unità documentarie 7
sei in: Archivio storico del Comune di Imola 1084 - 1969 / Periodo della Legazione pontificia 1504 - 1797

La documentazione relativa al Magistrato è composta dalle seguenti serie:
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Giornali del Magistrato, voll. 24 (1714-1797)
Strumenti di corredo ai giornali del Magistrato, vol. 1 (1714-1795)
Istruzioni Istruzioni per il Magistrato, pzz. 16 (1567-1796)
Istruzioni del Comune ai propri oratori e rappresentanti, mz. 1 (1507-1689)
Atti civili compiuti davanti al Magistrato, regg. 14 (1566-1785)
Ordini del Magistrato, pezzi 7 (1506-1517)
Notificazioni del Magistrato, reg. 1 (1716-1721).
La serie dei Giornali comprende i volumi in cui sono stati registrate le sedute del Magistrato. La serie degli Strumenti di corredo è costituita da un unico registro in cui sono stati annotati i principali argomenti contenuti in ciascun girnale. La serie delle Istruzioni comprende due sottoserie: quella delle Istruzioni per il Magistrato, ossia le indicazioni delle attività svolte e delle attività ancora in corso, che il Magistrato uscente, al termine del suo incarico, lasciava al Magistrato entrante; e quella delle Istruzioni del Comune ai propri oratori e rappresentanti, ossia le richieste e gli argomenti trattati dai rappresentanti della comunità imolese con i vertici istituzionali della Legazione. La serie degli Atti civili riunisce la documentazione relativa ad atti giudiziari compiuti davanti al Magistrato. Gli Ordini sono costituiti da disposizioni di diverso genere. La serie delle notificazioni è costituita da un unico registro in cui sono annotate le notificazioni emesse dal Magistrato.

informazioni sul contesto di produzione
Il Magistrato costituiva l’organo collegiale esecutivo della comunità ed era eletto ogni due mesi dal Consiglio generale[1]. In seno al Consiglio Generale venivano sorteggiati, tramite ballottazione, i cinque componenti del Magistrato: il Gonfaloniere (anche denominato Gonfaloniere di giustizia), che lo presiedeva, e quattro Conservatori (in origine detti Conservatori della ecclesiastica libertà). I componenti di tale organo, Gonfaloniere e Conservatori, prestavano giuramento al Governatore[2]. Il Magistrato rimaneva in carica per due mesi. Due Sindicatori (cioè due controllori) ed il nuovo Magistrato nominato valutavano, alla conclusione dell’incarico, l’operato del precedente Magistrato sul versante delle spese[3].
I membri del Consiglio estratti a sorte come Conservatori nell’ambito del Magistrato non potevano rifiutare l’incarico; erano tenuti alla partecipazione alle riunioni quotidiane; dovevano rinunciare, quando eletti, ad ogni altra mansione pubblica[4].
Per assumere decisioni nell’ambito del Magistrato, il Gonfaloniere aveva due voti ed ogni volta in cui era assente, oppure quando moriva veniva sostituito dal Conservatore più anziano secondo l’ordine di elezione; ognuno dei Conservatori disponeva di un voto.
Il Magistrato conduceva ad esecuzione le delibere del Consiglio generale. Il Magistrato poteva per questo spendere quanto era necessario per i pubblici servizi, con mandati diretti al Depositario e sottoscritti dal Governatore. Poteva inoltre far riunire il Consiglio quando lo riteneva opportuno, ma almeno una volta al mese[5]. Il Magistrato poteva a sua volta porre questioni di carattere politico al Consiglio generale[6].
Ancora, riguardo ad un più vasto panorama delle funzioni, il Magistrato ed il Consiglio congiuntamente nominavano i Governatori delle comunità soggette[7].

Note:
[1] C. Albonetti, Finanza pontificia e crisi economica: La comunita di Imola tra cinque e seicento,
Imola : Associazione Giuseppe Scarabelli, 1996, p. 53. C. Rotelli, L’economia della comunità imolese nel primo Settecento, tesi di laurea, 1962, pp. 291-292
[2] C. Casazza, Governo ed amministrazione ad Imola nella prima età moderna: analisi dei Campioni della comunita (1545-1555), Imola : Associazione Giuseppe Scarabelli, 2000, p. 106.
[3] Rotelli, cit., pp. 292-293.
[4] Albonetti, cit., p. 53.
[5] Rotelli, cit., pp. 292-293, e M. Pedrotti, Il potere cittadino a Imola dal XVI al XVIII secolo, Imola, 1995, pp. 93-96.
[6] Albonetti, cit., p. 53.
[7] Rotelli, cit., p. 295.

Gonfaloniere
Il Gonfaloniere, anche denominato vessillifero[1], era capo del Magistrato in carica, cui spettava portare ad esecuzione le delibere del Consiglio generale[2]. Egli, insieme ai Conservatori, poteva disporre le spese per ciò che era necessario per i pubblici servizi, con mandati diretti al Depositario e sottoscritti dal Governatore. Gonfaloniere e Conservatori, congiuntamente, potevano riunire il Consiglio quando lo ritenevano opportuno, ed in ogni caso lo dovevano fare almeno una volta al mese[3]. Il Gonfaloniere prestava giuramento nelle mani del Governatore[4]. 
Il Gonfaloniere veniva scelto in questo modo: il Consiglio generale della comunità, chiamato Maggior Consiglio, dal 1510 era formato da 60 membri eletti a scrutinio segreto e in carica a vita[5]. I consiglieri erano divisi in due categorie: 12 membri facevano parte del gruppo dei Gonfalonieri, ed i 48 rimanenti appartenevano al gruppo dei Conservatori. In seno al Consiglio Generale venivano appunto sorteggiati, mediante ballottazione, ogni due mesi (così secondo gli statuti, ma non sempre nella pratica politica), i componenti del Magistrato: un Gonfaloniere e quattro Conservatori.
Mentre alla carica di Conservatore potevano accedere tutti i membri del Consiglio generale, i Gonfalonieri appartenevano ad una ristretta cerchia di famiglie particolarmente influenti[6].
Il Gonfaloniere aveva 2 voti a disposizione, quando si trattava di prendere una decisione, e nel caso in cui egli fosse assente o fosse morto improvvisamente, le sue prerogative venivano assunte dal Conservatore che vantava la maggiore anzianità di appartenenza al Consiglio[7].
Quando uno dell’ordine dei Gonfalonieri non era parte del Magistrato non aveva prerogative maggiori o diverse dagli altri consiglieri ed aveva un solo voto. Solamente quando era a capo della Congregazione dell’abbondanza o della Congregazione del Monte di pietà occupava il primo posto nell’assemblea ed aveva due voti[8]. 

Note
[1] C. Casazza, Governo ed amministrazione ad Imola nella prima età moderna: analisi dei Campioni della comunita (1545-1555), Imola : Associazione Giuseppe Scarabelli, 2000, pp. 37-38.
[2] C. Albonetti, Finanza pontificia e crisi economica: La comunita di Imola tra cinque e seicento,
Imola : Associazione Giuseppe Scarabelli, 1996, p. 54.
[3] C. Rotelli, L’economia della comunità imolese nel primo Settecento, tesi di laurea, 1962, pp. 292-293.
[4] Casazza, cit., p. 106.
[5] Idem, cit., p. 37.
[6] Idem, cit., p.  38.
[7] M. Pedrotti, Il potere cittadino a Imola dal XVI al XVIII secolo, Imola, 1995, p. 94, ove si fa riferimento a Statuti, Ed. 1587 ed anche a Bim., ASCI, Cause ed affari pubblici, tomo 28, anno 1720: attestato del Segretario.
[8] Idem, cit., pp. 92-96, ove si fa riferimento a Statuti, ed 1587, p. 5.

strumenti di ricerca
Archivio storico comunale di Imola. Antico regime. Documentazione relativa al Magistrato (1507-1797). Inventario, a cura di Emanuela Bottoni, 2007.
codice interno: 212 - 001.002.013

informazioni redazionali
Inventario a cura di
Emanuela Bottoni 2007

realizzato per
Istituto per i beni artistici, culturali e naturali della Regione Emilia-Romagna
[L.R. 18/2000. Piano bibliotecario 2007. Intervento diretto]

Revisione a cura di 
Archivio storico comunale di Imola, 2021