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  Amministrazione della chiesa della Beata Vergine di Loreto 1642 - 1815
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serie
registro 1
sei in: Archivio storico del Comune di San Leo 10 marzo 1509 - 1945 / Periodo della Comunità 10 marzo 1509 - 25 marzo 1808

L'impianto del registro costituente la serie, è deliberato nel marzo del 1641 e lo si inizia a compilare nel 1642.
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Vi sono conteggiate in entrata: contribuzioni ed elemosine fatte da privati o raccolte in occasione di prediche o di manifestazioni religiose appositamente indette, somme disposte da legati testamentari, somme provenienti dalla gestione di beni patrimoniali o dalla vednita di oggetti ex voto, pene pecuniarie comminate al tribunale commissariale ed espressamente destinate alla chiesa della Madonna di Loreto.
In uscita, sono annotate le spese affrontate per la costruzione ed in seguito manutenzione e riattamenti della chiesa, per l'arredamento ed abbellimento della stessa, per la celebrazione del culto, per il pagamento del cappellano di nomina della comunità, etc..
Nel registro sono anche annotate le revisioni condotte sull'operato del depositario, detto anche sindico, fatte ad opera della comunità attraverso due persone elette appositamente dal Consiglio Generale ed anche le revisioni fatte dal vescovo o da suoi deputati in atto di sacra visita.
Nel maggio del 1816, l'allora amministratore dell'oratorio della B. V. di Loreto, a causa della sua età avanzata, rinuncia all'incarico e rimette documenti ed effetti al vicario foraneo. E' nella rinuncia dell'amministratore Ceccovilli che va ricercata la ragione dell'estremo cronologico ultimo del registro. Infatti, continua lo juspatronato della comunità sulla chiesa della Madonna di Loreto e la relativa gestione amministrativa, ma ne terminano le annotazioni in questo registro.

informazioni sul contesto di produzione
Nella seduta consiliare del 28 gennaio 1630 viene ripercorsa la volontà, altre volte manifestata, di introdurre in San Leo la venerazione della Madonna di Loreto. Nel corso di tale seduta, il gonfaloniere della città capitano Girolamo Mazzarini, che sino alla sua morte sarà il grande promotore del culto della B. V. di Loreto e della costruzione di una chiesa a lei dedicata, dichiara che in Pesaro ne è disponibile una "di bella fattura" proveniente da Venezia, ne promuove l'acquisto e sollecita i consiglieri a decidere in quale delle chiese della città debba essere collocata. Deliberato l'acquisto dell'immagine, si decide che sia la Pieve la chiesa in cui collocarla, salvo pretendere dal proposto una scrittura pubblica che dichiari la comunità proprietaria dell'immagine, con pieno diritto di spostarla a piacimento ina ltra chiesa già esistente o da costruirsi. Viene poi iniziata, fra gli stessi consiglieri, la raccolta delle offerte necessarie per l'acquisto dell'immagine e per il suo trasporto e collocazione nella Pieve.
Introdotto il culto della Madonna di Loreto, notevole è la spinta popolare alla costruzione di una chiesa da dedicarle, tanto che, nel dicembre del 1638, si delibera di eleggere una persona che raccolga e quantifichi le promesse di elemosine in modo da poter valutare se la somma totale che si andrebbe a raccogliere permetterebbe l'edificazione della chiesa.
Nel luglio del 1640, potendosi contare si di una notevole somma promessa in elemosina, su legati disposti in sede testamentaria e sull'impegno di un muratore a lavorare gratis per tre mesi, si decide di iniziare la costruzione, una volta che si sia scelto il sito e si sia ottenuta la necessaria licenza dal vescovo.
Dalla deliberazione del luglio 1640 bisogna attendere il luglio del 1642 perché la costruzione abbia effettivamente inizio. Gli anni che trascorrono fra deliberazione ed effettivo inizio dei lavori vengono impiegati per decidere il sito, le modalità dei pagamenti del materiale da costruzione, il numero dei soggetti designati a soprintendere ai lavori e, per la custodia del denaro raccolto, la nomina di un depositario. Relativamente a quest'ultimo si stabilisce, nella seduta del marzo 1641, che debba tenere un registro in cui annotare l'amministrazione dei fondi destinati alla costruzione della chiesa e più in generale al culto della Madonna di Loreto.
La ricostruita storia dell'introduzione in San Leo del culto della Madonna di Loreto e della costruzione di una chiesa a lei dedicata evidenzia che, a differenza di quanto vuole la tradizione, non esiste alcun legame con il crollo della Porta di Sotto. E' infatti convincimento comune che, avvenuto nel 1640 il crollo della Porta di Sotto per una frana che minacciava l'intero abitato ed essendosi la cittadinanza rivolta alla Madonna di Loreto perché intercedesse per la salvezza del paese, ricevutane la grazia, si sarebbe decisa la costruzione della chiesa come ex voto.
La volontà dell'introduzione in San Leo del culto della B. V. di Loreto risulta numerose volte espressa già prima del gennaio 1630 e l'idea di costruirle una chiesa risale quanto meno a quella data.
Relativamente poi alla Porta di Sotto, lo stato attuale della ricerca sembra escludere un crollo improvviso e suggerire invece un lento e progressivo abbandono. Chiusa nel corso dell'epidemia di peste del 1630, venne riaperta per due soli giorni alla settimana a partire dall'aprile del 1635. Nell'agosto del 1640, si supplica l'autorità superiore perché volgia riaprirla definitivamente e ne disponga il necessario restauro manutentivo; restauro di cui si torna a parlare ad un anno esatto di distanza. Chiusa completamente al sospetto di una nuova epidemia di peste, nel maggio del 1644 si torna a supplicare il governatore dell'Armi, che comandava la fortezza e da cui la sicurezza delle porte dipendeva, di riaprirla almeno due giorni alla settimana, essendo cessato ogni pericolo di contagio. Ad undici anni di distanza, nel maggio del 1655, essendosi deliberati lavori di straordinaria manutenzione al passo della Porta di Sopra, la comunità coglie l'occasione e chiede all'autorità superiore l'apertura della Porta di Sotto non solo durante i lavori di quella di Sopra, ma per sempre. Alla luce di queste notizie, stabilito che la porta di Sotto non è affatto crollata nel corso del 1640, risulta verosimile che il suo progressivo abbandono, sia stato voluto dall'autorità superiore, quanto meno dal comandante della fortezza, per rendere San Leo ancora più fortificato ed inaccessibile e poter concentrare il controllo di coloro che entravano in città ed una sola porta. A nulla valsero le richieste di riapertura promosse dalla comunità, per la quale invece utilizzare la Porta di Sotto rendeva più facile e veloce l'accesso alle campagne.


codice interno: 485 - 001.001.017