Fin dal 1570 Cosimo I impone alle Comunità il compito di vegliare sullo stato dei confini attraverso una visita annuale attuata sotto il controllo del rettore -qui nella sua veste di rappresentante dell'autorità centrale dello stato-, il quale può presiederla personalmente o delegare il proprio notaio (1).
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(1) Fasano Guarini, op. cit., pp. 383, 388. La visita dei confini è una delle voci ricorrenti del rep. dei Civili dei Commissari almeno dal 1586 (cfr. Civile n.202); troviamo poi una sezione dedicata alla visita dei confini dal 1594 (cfr. Civile n. 243: "Visitatio confinium iurisdictionalium") fino agli inizi del 1700 (cfr. Civile n. 725, 1710-11). Dalla fine del XVII sec. si trovano associate le visite di confini, strade e "spedali" (cfr., ad es., Civile n. 656, del 1687-89, e Civile n. 670, del 11692-93).