Nella relazione a Pompeo Neri si menzionavano solo 10 "libri di ragioni e saldi dei Camarlenghi della Comunità dal 1544", segnalando la mancanza dei registri relativi ai periodi 1572-1598 e 1605-1623, che risultano tuttora presenti (1). Nell'inventario del 1827, la serie viene invece registrata al completo e segnata da 1 a 17 per il periodo 1544-1808; sotto il n. 17 viene annotato "Intervallo del Governo francese", poi si riprende da 18 scrivendo che "saldi e rendimento di conti consecutivi si trovano nelle respettive filze dei cancellieri"(2).
espandichiudi
I pezzi presentano cartulazione coeva ed hanno tutti una copertina in pergamena, tranne il n. 10 che è ricoperto in pelle cesellata (3). I camerlenghi periferici, sempre responsabili di fronte all'amministrazione centrale del buon andamento finanziario del territorio di loro pertinenza e della riscossione delle imposte, costituiscono una vera e propria gerarchia: camerlenghi dei Vicariati e Capitanati, delle Podesterie, dei Comuni Generali, Leghe o Pivieri e infine dei popoli (4).
(1) ASFi, 1746 parte II cit., c.47r. Sulla figura del Camarlengo della Comunità e di quello della provincia, Donatini, op. cit.., pp. 254-255 (2) v. serie "Inventari", n. 4 (3) La copertina membranacea -in pessimo stato- del n. 4 ha una sottocopertina membranacea anch'essa, con un frammento di un testo giuridico; la copertina del n. 13 invece è rinforzata con alcune cc. di contabilità del sec. XVI (4) Fasano Guarini, op. cit., p. 390. Per i camerleghi della Provincia di Romagna, v. la relativa serie, nella sezione riservata alla Provincia.
informazioni sul contesto di produzione L'ufficio di camerlengo presiedeva alla riscossione delle imposte, ma il denaro del Fisco era affidato al "Notaio di Guardia". L'ufficio del Camerlengo veniva appaltato con pubblico incanto e vi potevano concorrere "persone idonee et bene astanti" e "come tutti i Ministri che maneggiano denari ed effetti tanto del Principe che del Publico", prima di entrare in carica, dovevano dare "idonea sicurtà", periodicamente rinnovata, mediante "mallevadori". All'atto di assumere l'incarico il Camerlengo giurava "di bene e fedelmente esercitare e riscuotere a tutto suo rischio e schiena gli assegnamenti dati nel solito Dazaiolo e di rimettere alla Cassa del Magistrato dei Sig.ri Nove (in seguito alla Cassa della Camera delle Comunità) il chiesto dalla medesima nella somma notata in detto Dazaiolo". Era poi tenuto a un rendiconto annuale della propria gestione: la "ragione" era "rivista e salda" da due "Ragionieri", alla presenza del Commissario e di due testimoni e rogata dal Cancelliere.[Da E. Donatini, La città ideale, Imola, 1979, p. 254]
bibliografia - E. Donatini, La città ideale, Imola, 1979.