La serie raccoglie i registri delle entrare esatte dal massaro del Comune sulla base della "colletta" imposta annualmente ai possidenti allibrati all'estimo del comune, commisurata in maniera mutevole nel corso del tempo alla loro posizione patrimoniale e destinata ad assicurare la copertura a pareggio delle uscite fisse preventivabili, nonché eventualmente anche di ulteriori spese straordinarie.
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Le principali voci di spesa da coprire, ricorrenti sistematicamente per tutto il XV e il XVI secolo, sono: i "servitia hominum", cioè le uscite per il pagamento di prestazioni d'opera, di beni e di servizi forniti da terzi; il "census summi pontificis", cioè l'imposizione fiscale generale della Camera Apostolica; i salari del vicario e dei diversi ufficiali del Comune; il censo ricognitivo "pro renovatione baptismi", cioè il tributo riconosciuto al capitolo della cattedrale imolese e alle pievi di Sellustra e di Santa Maria in Piscina dopo la rinuncia del privilegio battesimale a seguito dell'erezione del fonte battesimale presso la chiesa castellana di Dozza. A queste voci si aggiungono di volta in volta spese diverse per lavori pubblici (come per esempio i corposi lavori di trasformazione della rocca dozzese in residenza signorile compiuti verso la fine del Cinquecento), nonché debiti e restanze inesatte dagli esercizi precedenti. Solitamente la carica del massaro aveva durata semestrale (da gennaio a giugno e da luglio a dicembre), rispecchiata nella compilazione di due registri semestrali per ciascun esercizio annuale; tuttavia spesso il registro del primo semestre contiene in apertura le ripartizioni della colletta per tutto l'anno e integrazioni di restanze nel secondo semestre, così come quello del secondo semestre rimanda a voci del suo precedente, così che di fatto entrambi i registri tendono a coprire un ambito cronologico corrispondente con l'annualità.