Sono conservati numeri del periodico "L'Ardito del popolo" (ottobre 1921); una raccolta del periodico "L'Ardito rosso" del 1920; atti processuali inerenti Vittorio Ambrosini, organizzatore degli Arditi rossi (1920). La documentazione è presente prevalentemente in copia.
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informazioni sul contesto di produzione Gli Arditi Rossi, socialisti e poi comunisti furono una formazione fondata da Vittorio Ambrosini, reduce vicino all'ambiente futurista. Nella tarda estate del 1920, in concomitanza con il movimento di "occupazione delle fabbriche", Ambrosini diede vita a "L'Ardito Rosso" settimanale organo dei "Gruppi Arditi Rossi". Il primo numero, che ebbe redazione e amministrazione a Milano presso il fascio giovanile socialista, fu subito sequestrato ed Ambrosini denunciato; i numeri successivi uscirono a S. Marino. Era il tentativo, già esplicito dal nome, di unire il combattentismo di sinistra e l'esperienza proletaria. Da San Marino, dove nel 1920 era rifugiato, Ambrosini pubblicò un manifesto, intitolato "Organizzazione dei Gruppi Arditi Rossi (G.A.R.). Deluso per tiepida accoglienza del neonato Partito Comunista verso i suoi "Arditi rossi", inseguito da ordini di cattura vari, Ambrosini all'inizio del 1921 si spostò a Vienna dove stabilì rapporti con il variegato ambiente dei rifugiati politici. Gli Arditi Rossi già dal luglio 1921 lasciarono il campo alla nuova formazione degli Arditi del Popolo capitanati da Argo Secondari.