Archivi ER

Archivi ER - Sistema informativo partecipato degli archivi storici in Emilia-Romagna

Gli archivi in Emilia-Romagna


Conservatore

Biblioteca comunale di Imola
Via Emilia 80

40026 Imola (BOLOGNA)

tel: 0542602636
(Centralino)
0542602605
(Ufficio archivi)
fax: 0542602602

scrivi
sito web

responsabile: Silvia Mirri scrivi

Tutte le informazioni sul Conservatore

Accedi a CAStER

 
Ti trovi in: Archivi ER > La didattica in archivio > > Struttura dell'inventario

  Atti di amministrazione finanziaria 1256 - 1460
  visualizza XML
raggruppamento
unità documentarie 251 di quaderni 13, registri 14, fascicoli 11, vacchetta 1
sei in: Archivio storico del Comune di Imola 1084 - 1969 / Periodo medievale 1084 - 1504

Contratti di mutuo, fideiussioni, ricevute a saldo di versamenti. Di documentazione, compilata direttamente dal massaro dunque e non solo da esso conservata, si trova un frammento del registro dei debiti risalente al 1262, mentre una copia autentica tratta dal libro expensarum del massaro ne tramanda memoria. Del "liber introitus" rimane invece un frammento relativo all'attività di Tommasino Oraboni officialis et depositarius del comune di Imola, incarico che prevedeva la responsabilità di raccogliere, registrare e conservare il denaro incassato da tutti gli ufficiali del comune. Non è possibile stabilire con certezza nell'impossibilità di effettuare un confronto con la normativa statutaria allora vigente, in quale misura l'ufficio di massaro e quello del depositario coincidessero o quale relazione vi fosse fra i due. Risale infine al 1309 una copia autentica tratta dal liber massarii. Attinente alla amministrazione finanziaria del comune era anche la compilazione e la conservazione dei libri degli estimi. In analoghe realtà comunali coeve agli estimi era preposto un ufficio indipendente dalla masseria; a Imola la prima attestazione dell'esistenza di procedure di estimazione e dell'esistenza dei rispettivi registri risale al febbraio 1284: si tratta di un estratto in copia autentica dal "libro extimorum communis Ymole". Si è conservata invece la redazione completa degli estimi compilati nel 1312, insieme a documenti preparatori e frammenti.
espandi chiudi



criteri di ordinamento
Il raggruppamento Atti di amministrazione finanziaria è stato creata ex-novo nella composizione di questo inventario, sulla scorta delle serie analoghe presenti in numerosi altri archivi comunali.

informazioni sul contesto di produzione
L'insieme delle pratiche contabili e finanziarie dei comuni duecenteschi rientrava nelle competenze della magistratura del massaro, una magistratura espressa dalla cittadinanza anche durante i regimi di podestà e capitani forestieri. Tale magistratura è attestata nella documentazione imolese già nella prima metà del Duecento e, specificamente nelle carte dell'archivio storico comunale dal 1260. Non è dato di sapere allo stato attuale delle conoscenze se l'onere della conservazione di contratti di mutuo, fideiussioni e ricevute fosse attribuito al massaro. Quello che è certo è che l'ufficiale era tenuto alla compilazione di registri contabili che subivano probabilmente, così come accadeva in analoghe realtà comunali, la verifica alla fine del mandato che coincideva con quello del podestà, da parte di un collegio di revisori.
Massaro
Massaro generale
Al massaro generale del comune di Imola dovevano pervenire tutti gli introiti del comune. Il notaio addetto al suo ufficio doveva annotare “in quaterno autentico” entrate e uscite; i quaterni dovevano essere poi rilegati in libri detti rationum (dei conti), divisi in libri delle entrate e libri delle uscite che dovevano essere consegnati al capitano e agli inquisitori contabili entro 15 giorni dal termine del mandato semestrale.
La procedura per le spese (rub. XX lib. I) prevedeva che fossero approvate dal capitano o dal suo vicario o dagli anziani e quindi sottoposte alla ratifica del consilio magno. Il notaio degli anziani doveva compilare una apodissa che doveva essere bollata dal capitano e dagli anziani. Le apodisse erano date al massario che provvedeva al pagamento. Il massaro doveva alla fine del suo mandato presentare tutte le apodisse ai revisori dei conti. Capitano, anziani e massaro potevano spendere liberamente, senza cioè seguire questa procedura, sino a 20 soldi di bolognini la settimana per ricompensare nunzii e spie.
Ufficio esazione condanne e oneri vari
(Corrisponde nella struttura dell’archivio di Bologna all’ufficio del giudice al disco dell’orso: in quel caso era un giudice della famiglia del podestà a sovrintendere all’ufficio; anche nel caso di Imola un membro della famiglia appartiene al gruppo dei tre funzionari responsabili. Resta pertanto il problema se attribuire l’ufficio alla “camera” o al podestà).
Uno dei due socii che appartenevano alla famiglia del podestà era addetto alla riscossione delle condanne e dei malpaghi. Doveva essere affiancato da un massaro specificamente addetto alle condanne e da un notaio. Conservavano i libri condempnationum, collectarum e malpagorum da quali espungevano i solventi. Tali libri erano conservati nello scrineo massarii, all’interno del palazzo del comune, chiuso da tre chiavi una per il socio, una per il massaro e una per il notaio. mentre il socio apparteneva alla famiglia del podestà ed era un forestiero, massaro e notaio dovevano essere di Imola.
Ufficio degli inquisitori contabili del comune
Era un collegio di 4 magistrati eletti al terzo mese dall’ingresso di ogni nuovo podestà e che restava in carica sei mesi. Era designato con un sistema elettivo misto (designazione, estrazione a sorte, votazione) dagli anziani e dal collegio dei 24 sapienti. Era una magistratura cittadina. Aveva compiti di controllo amministrativo-contabile sull’operato del massaro e di tutti gli ufficiali del comune che avevano facoltà di maneggiare il denaro e gli averi della comunità.
Gli inquisitori erano tenuti a emettere condanne e assoluzioni nel palazzo nuovo “ad discum maleficiorum” e a registrarle “in cartis membranis”. Tutti gli ufficiali del comune erano tenuti a consegnare loro “omnes rationes et scriptura administrationis”; tali scritture, insieme alle assoluzioni o condanne emesse dagli inquisitori stessi dovevano essere depositate entro tre giorni dal termine della revisione nella sacrestia dei frati minori e ivi sigillate e conservate insieme alle altre scritture del comune.
Ufficio dei memoriali
Esplicitamente abrogato da norma statutaria (lib. I, rub. lxxvi) nel 1334, era attivo con ogni probabilità dal 1265, anno in cui era stato istituito a Bologna (1), dato che in quegli anni Imola era assoggettata direttamente al medesimo podestà e gli istituti delle due città tendevano ovviamente a coincidere.
Possono appartenere a questa serie quei brani di registro che ho definito frammenti di imbreviature notarili, atti notarili privati etc.
Ufficio dei soprastanti alle collette
Magistratura elettiva a durata semestrale. Erano 4, uno per ogni quartiere e a ciascuno era assegnato un notaio. Ogni volta che era indetta una collecta o imposta straordinaria il notaio del sovrastante doveva copiare dai “libris extimorum” (2) i nomi di tutti gli uomini delle cappelle del suo quartiere, nel nuovo libro così formato indicare anno, indizione e mese di imposizione della colletta, a quanto ammontava la tassa per ogni lira e fumante o capo d’estimo, e sotto quale podestà e capitano era stata imposta. Dopo l’esazione della colletta il notaio era tenuto a redigere un libro nel quale doveva registrare cappella per cappella nome e “pronome” di chi aveva pagato, la cifra versata, il giorno e il mese del versamento. Il massaro doveva consegnarli una ricevuta in forma di “publicum instrumentum” che andava consegnato agli inquisitori contabili.
Ogni notaio dei soprastanti doveva inoltre tenere un registro delle entrate e delle uscite.
L’insieme della documentazione era soggetta alla fine dei sei mesi alla revisione degli inquisitori contabili.

Note
(1) Sull’Ufficio dei Memoriali a Bologna cfr. TAMBA 1986.
(2) L’unica rubrica degli Statuti del 1334 dedicata agli estimi è la LVIII del libro IV, inserita in una serie di poche rubriche miscellanee dedicate a problemi istituzionali; manca infatti un disegno regolare nel libro I. Dalla rubrica si apprende che il capitano del popolo e gli anziani avevano portato nel cosiddetto consiglio dei sapienti il problema degli estimi, proponendo alla discussione se dal mese di gennaio successivo (1335) si dovevano ricompilare de novo, oppure correggere o, invece, lasciare come stavano. La rubrica dispone che in tale materia si dovevano seguire le risoluzioni prese in quel consiglio senza per altro menzionarle.

storia archivistica
La documentazione era precedentemente raccolta in diverse miscellanee dell'archivio storico comunale (Pergamene, Documenti amministrativi, Documenti vari).

L’amministrazione finanziaria e contabile
Dal punto di vista meramente numerico la documentazione più copiosa conservata nelle miscellanee dell’archivio storico comunale appare quella di genere economico finanziario. Esiste una grande quantità di contratti di mutuo, fideiussioni, ricevute a saldo di versamenti. L’insieme delle pratiche contabili e finanziarie dei comuni duecenteschi rientrava nelle competenze della magistratura del massaro, una magistratura espressa dalla cittadinanza anche durante i regimi di podestà e capitani forestieri. Tale magistratura è attestata nella documentazione imolese già nella prima metà del Duecento e, specificamente nelle carte dell’archivio storico comunale dal 1260 (1). Non è dato di sapere allo stato attuale delle conoscenze se l’onere della conservazione di contratti di mutuo, fideiussioni e ricevute fosse attribuito al massaro. Quello che è certo è che l’ufficiale era tenuto alla compilazione di registri contabili che subivano probabilmente, così come accadeva in analoghe realtà comunali, la verifica alla fine del mandato che coincideva con quello del podestà, da parte di un collegio di revisori. Di documentazione di tal sorta, compilata direttamente dal massaro dunque e non solo da esso conservata, si trova un frammento del registro dei debiti risalente al 1262 (2), mentre una copia autentica tratta dal libro expensarum del massaro (3) ne tramanda memoria.
Del liber introitus rimane invece un frammento relativo all’attività di Tommasino Oraboni officialis et depositarius del comune di Imola, incarico che prevedeva la responsabilità di raccogliere, registrare e conservare il denaro incassato da tutti gli ufficiali del comune (4). Non è possibile stabilire con certezza nell’impossibilità di effettuare un confronto con la normativa statutaria allora vigente, in quale misura l’ufficio di massaro e quello del depositario coincidessero o quale relazione vi fosse fra i due.
Risale infine al 1309 una copia autentica tratta dal liber massarii (5).
Attinente alla amministrazione finanziaria del comune era anche la compilazione e la conservazione dei libri degli estimi. In analoghe realtà comunali coeve agli estimi era preposto un ufficio indipendente dalla masseria; a Imola la prima attestazione dell’esistenza di procedure di estimazione e dell’esistenza dei rispettivi registri risale al febbraio 1284 (6): si tratta di un estratto in copia autentica dal libro extimorum communis Ymole. Si è conservata invece la redazione completa degli estimi compilati nel 1312 (7), insieme a documenti preparatori e frammenti (8).

Note
(1) ASCI, Pergamene, II, n. 52.
(2) ASCI, Pergamene, II, n. 63.
(3) ASCI, Pergamene, VI, n. 73.
(4) ASCI, Pergamene, IV, n. 86.
(5) ASCI, Pergamene, VI, n. 31.
(6) ASCI, Pergamene, III, n. 163.
(7) PINI 1976; ASCI, Pergamene, VI, nn. 51-57.
(8) ASCI, Pergamene, VI, n. 62 e ASCI, Pergamene, XIII, nn. 24 e 26.

strumenti di ricerca
Antonio FerriSommario di circa mille e quattrocento scritture autentiche fra quali molti protocolli intieri esistenti nella Segreteria dell'illustrissima Comunità d'Imola, Imola, 1713
codice interno: 212 - 001.001.005