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  Chung Kuo, Cina 1972
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sei in: Archivio Michelangelo Antonioni [1928] - 2008 / Materiali per la produzione cinematografica e teatrale [1935] - 1995

Lungometraggio/Documentario
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Sceneggiatura: Michelangelo Antonioni, Andrea Barbato;
fotografia: Luciano Tovoli; montaggio: Franco Arcalli; suono:
Giorgio Pallotta; consulenza musicale: Luciano Berio; produzione:
RAI-Radiotelevisione Italiana; durata: 240'
paese di produzione: Italia 
anno di produzione: 1971
Colore
lingua: Italiano, Mandingo
formato: 35 millimetri
mascherino: normale
codice interno: 943 - 001.001.020

bibliografia
Musorrafiti DominiqueChung Kuo di Michelangelo Antonioni, 2003
"Documentario di Michelangelo Antonioni, dei primi anni settanta girato per conto della Rai in pieno periodo della Rivoluzione Culturale maoista. Antonioni accompagnato da una troupe filma i particolari che più lo colpiscono ed incuriosiscono, ma ovviamente il percorso è stato rigorosamente stabilito e prefissato dalle guide cinesi e dalle autorità. La prima città visitata è Pechino. Nel cuore della capitale dove sorge Tian An Men, la piazza più grande del mondo, ma anche la più grigia e la più severa, si ergono imponenti edifici politici e giganteschi ritratti dei padri del marxismo. Un tempo la vasta piazza non esisteva, è stata edificata quando il popolo ha sentito la necessità di riunirsi e di dimostrare. I ritratti della gente che la percorre sono quelli di persone comuni: bambini che cantano, gente in bici o con altri mezzi di trasporto semplici, oppure tipici della campagna. Sono tutti personaggi senza tracce di lusso, ma ricchi di una profonda dignità. Un'altra realtà della città è quella della sanità e degli ospedali. Una giovane donna pronta a dare alla luce il primo figlio, accetta di conversare con la troupe italiana che la riprende nel momento più gioioso della sua vita. La donna si sottopone ad un parto cesario e la particolarità del suo intervento è quella di essere anestetizzata per mezzo dell'agopuntura (enormi aghi di circa trenta centimetri le vengono inseriti nel ventre, mentre lei rimane cosciente per tutta la durata del cesario) per lenire i possibili dolori causati dal taglio. Le riprese sono molto schiette ed evidenziano lo stupore di un occhio occidentale nei confronti di una medicina così diversa ma efficace. Pechino è una grande città, ovviamente l'aspetto dell'economia rurale ed anche la vita lavorativa degli operai delle fabbriche sono realtà che non si possono ignorare. L'occhio si sofferma così ad osservare anche le comuni agricole. Altre tappe della capitale sono poi la "Città Proibita", il "Tempio del Cielo" e la "Grande Muraglia", tutti segni del grandissimo passato di questa vasta ed immensa nazione. Un'altra tappa è il Sud, e precisamente la povera provincia dello Hunan. Questa regione, capitale del mais e del frumento, un tempo aveva una scarsa risorsa idrica, ma grazie alla fatica e volontà di 30.000 uomini che si sono fatti strada nel granito per 15.000 km, il canale "Bandiera rossa" con le sue acque ha soddisfatto la necessità del versante della montagna che era sprovvisto d'acqua. Anche in questa regione la troupe visita una comune agricola, che è divisa in numerose sotto sessioni. Ogni Brigata di produzione è capeggiata dal Comitato rivoluzionario, il quale decide della vita dei villaggi. Ultima tappa è Shanghai, città dalle molte facce che ha subito notevoli trasformazioni. Ciò che colpisce di primo impatto è l'impressionante numero dei suoi abitanti, i grandi palazzi, l'immensa periferia industriale ed il suo grande porto sul Fiume Giallo. Nella grande metropoli vi è la testimonianza di un florido passato, ma anche di un'estrema povertà, quale le case di paglia e fango, dove la gente abitava fino ad un quarto di secolo prima.Il regista ci rende partecipi delle tradizioni delle sale da tè, dove molti cinesi usano intrattenersi allegramente, ed anche delle tecniche di rilassamento del corpo e dello spirito, quale il Tai-Chi e la ginnastica delle strade, degli acrobati e del teatro, che sono ancora molto fortemente vissute nella Cina attuale e contemporanea".
https://cinaoggi.it/2003/05/01/chung-kuo/ (consultato il  02/05/2017)