Il fondo prende il nome dal sacerdote Carlo Galvani (1802-1869), a lungo membro della Congregazione Maldottiana come deputato capitolare: fu infatti questo canonico a raccogliere i vari codici e scritti, integrando tale collezione con personali annotazioni sui fenomeni atmosferici, le cerimonie e gli avvenimenti di interesse locale. Si tratta di 143 volumi, dei quali quelli donati dal Galvani costituiscono il gruppo maggiore. Il fondo abbraccia anche memorie dei paesi vicini.